sabato 27 settembre 2014

Il picapera: professione molto diffusa sino al secolo scorso in Valle di Susa. Picapera che vuol dire spaccapietra, o meglio ancora scalpellino. Tuttavia in piemontese suona meglio, sarà una questione fonetica. Ma il termine può essere alquanto riduttivo, perché un picapera è anche un fine conoscitore della pietra, delle vene. Il picapera sa dove la pietra si aprirà in modo naturale e non proverà mai ad andare contronatura perché sa benissimo che sarebbe una battaglia persa. Certo nel tempo all’attività manuale si è pian piano sostituita quella delle macchine. Ma vuoi mettere il fascino dello scalpellino, perdon del picapera. E in Valle di Susa ci sono anche storie come quella di Fabio Durando che, pur senza tradizione di famiglia o esperienze scolastiche professionali, un bel giorno ha deciso di fare del picapera la sua professione, mettendo da parte gli studi universitari e dedicandosi ad un mestiere dal fascino antico. Lo ha fatto carpendo i segreti di Sergio Perino alla Cava Combassa sull’Inverso di Bussoleno.
Una storica cava coltivata dalla famiglia dello stesso Perino che rischiava di chiudere e lasciarsi dietro tutto il suo immenso patrimonio di cultura e storia. Ma ecco l’idea di Fabio e la sua scommessa. Catapultato in un mondo del tutto nuovo, Fabio ha pian piano acquisito le competenze del maestro e le ha messe in pratica. Lo gneiss della Valle di Susa ora per Fabio non ha più segreti: individuata la vena giusta scatta l’operazione di apertura. Ed allora ecco i fori al punto giusto, l’inserimento dei punsotti e poi quello delle punte con la precisa opera di battitura con la mazza. Ed infine l’intervento con il palanchino a separare i blocchi. Il tutto seguendo un rituale che si tramanda da secoli, dove la pazienza e la scrupolosità sono parte essenziale del lavoro. Dove la fretta non esiste perché non fa parte dei ritmi del lavoro. E poi quei blocchi possono diventare scalini, soglie, davanzali, rivestimenti, ma anche opere d’arte quando magari incontrano l’artista che le sa valorizzare ulteriormente. E di nuovo la finitura fatta a mano, con la bocciarda e poi la fiammatura manuale per ridare alla pietra le sue asperità. E grazie a Fabio Durando questo sapere non è andato perso e la Valle di Susa continua ad avere il suo picapera.

http://vimeo.com/90634239

Tratto da: http://www.laboratoriovalsusa.it/azienda/la-breccia


giovedì 6 marzo 2014